Sonno

Come ti fascio il bimbo in 10 semplici mosse!

Lo swaddling o il wrapping up (ossia fasciare) è una delle più antiche tecniche nell’ambito delle cure parentali, ancora molto utilizzata nel mondo anglosassone: mentre il metodo per eseguire la fasciatura può aver mantenuto le sue caratteristiche nel corso dei secoli, le motivazioni sono cambiate.

Se una volta le nostre nonne fasciavano i loro pargoli per farli “venir su” dritti come fusi, al giorno d’oggi la motivazione è quella di calmare, rilassare il piccolo, aiutandolo ad addormentarsi più dolcemente. Pare infatti che una morbida  fasciatura, contenga i movimenti incontrollati dei neonati che sono spesso causa di risvegli un po’ traumatici. I neonati non sono in grado di controllare i movimenti di braccia e gambe (anzi non comprendono neppure che si tratti delle propaggini del loro corpo): hanno passato nove mesi comodamente raggomitolati in un ambiente caldo e stretto e il trovarsi di punto in bianco con un ampio spazio di manovra attorno a sé, li disorienterebbe molto rendendoli agitati e dal sonno nervoso.

Prese per buone queste spiegazioni, io e l’ingegner Brambilla ci mettiamo di buzzo buono ad imparare come si esegue una buona fasciatura.

 

  1. Prima di tutto ti serve un lenzuolino o una copertina, possibilmente di mussola, di almeno 100×100 cm di lato. Più è grande e più semplicemente riuscirai ad eseguire le varie manovre, ma non esagerare altrimenti ti perdi il bebé tra le pieghe del lenzuolo.
  2. Piega il lenzuolino a triangolo. Se tuo marito è un ingegnere come il mio (…e che? Non lo avevi capito?), armati di santa pazienza, riga, compasso e calcolatrice perché il triangolo dovrà  essere equilatero, pena la mal riuscita dell’impresa.
  3. posiziona il pargoletto con la testa che avanza sopra l’ipotenusa…dai, vai a riesumare il libro di geometria che ti aspetto per le prossime fasi.
  4. Ipotizzando che il nanetto se ne stia fermo immobile come uno stoccafisso, prendi il lembo sinistro del lenzuolino e portalo dalla parte opposta, coprendo il braccio sinistro che deve essere steso lungo il fianco. Rimbocca il lembo che avanza sotto il popò del pargolo.
  5. Sempre ipotizzando che il piccolo se ne stia bello immobile, ripiega la porzione di lenzuolo in basso, portandola sopra le gambine e il pancino del tuo stoccafisso…ehm, del tuo bambino. Lo so, ti sembra di star facendo un burrito…e infatti è proprio così.
  6. Esegui lo stesso movimento con il lembo destro, coprendo il braccio destro e rimboccando l’estremità  del lenzuolino che avanza, dentro una piega della fasciatura. Il nanetto è bello che impacchettato.

 

«Ehi, un momento! Ma non avevi detto 10 mosse? Sono solo 6″» mi chiederai.

I rimanenti 4 punti che seguono sono il risultato di studi empirici del metodo swaddling applicato a Matteo prima, Davide poi, presso la famiglia Brambilla. Dunque:

–         Tra il punto 4 e 5: riposiziona il pargoletto che con il cavolo se ne sta fermo al suo posto e afferra il lembo sinistro per procedere al ripiegamento.

Una volta che hai rimboccato sotto il popò il lembo…ricomincia da capo perché il nanetto si è rotolato, liberandosi completamente.

–         Riposiziona la preziosa cosetta che stai cercando di impacchettare del lenzuolo, spiegandogli il concetto di “fermo come uno stoccafisso”.

Il passaggio 4 potrebbe richiedere numerose dissertazioni a proposito di immobilità  e ancor più numerose false partenze, ma non disperare…prima o poi gli blocchi la malefica manina che si libera in continuazione.

–         Ora devi affrontare l’altro lembo e l’altro braccio, il che potrebbe costituire un problema visto che necessiti delle due mani ma al contempo il nanetto potrebbe liberarsi di nuovo. Una tecnica sperimentata dalla sottoscritta è risultata di enorme efficacia: appoggia la testa sul petto del nanetto, in modo tale che non si liberi di nuovo vanificando tristemente tutto lo sforzo fino ad ora compiuto.

Potresti usare anche una mossa di sottomissione da wrestler professionista…ti consiglierei la figura numero 4 di Ric Flair che lascia libere le mani per agire…però non ti far vedere da nessuno altrimenti chiamano il telefono azzurro.

–         Missione compiuta! Più che un burrito ben rimboccato, sembra una frittella sbrodolata ma almeno braccia e gambe sono belle contenute e il piccoletto sembra felice. Poi un suono tremendo e una puzza pestilenziale vanificano ogni sforzo fin qui compiuto: il nanetto ha fatto la cacca, ovviamente.

Con il sorriso sulle labbra, ripetendoti che si tratta di una tecnica di comprovata efficacia per tranquillizzare i bimbi (ma non ovviamente le mamme), riapri il burrito ripieno di cacca, cambia il pannolino e…torna al punto 1. Auguri.

Nonostante la spiegazione e l’attuazione del metodo sopra descritto possano risultare leggermente macchinosi, vi assicuro che la fasciatura ha degli effetti realmente positivi, soprattutto per quanto riguarda la nanna: più volte ho notato che se fasciavo i miei figli in un momento particolare di agitazione (per esempio la sera nella fatidica fascia oraria delle coliche) loro si calmavano più facilmente, arrivando alle volte ad addormentarsi senza troppi problemi.

Solitamente la fasciatura si applica ai neonati nelle prime settimane di vita ma siccome diventa una pratica parte del rito della nanna, spesso i bambini associano l’essere fasciati con il sonno e si addormentano facilmente.

Mano a mano che il bambino cresce, i movimenti saranno più ampi, forti e soprattutto controllati: alcune mamme, intorno ai 2/3 mesi smettono di fasciare e lasciano il lenzuolino nel letto o accanto al bimbo più come oggetto transizionale, visto che il valore di “aiuto per la nanna” rimane anche se il lenzuolino ha smesso di essere usato propriamente per la fasciatura.

Altre mamme proseguono oltre, modificando la tecnica di fasciatura e adattandola alle nuove capacità  di movimento dei bambini.

Esistono due principali modi di fasciare: il metodo classico (più o meno descritto sopra) e quello australiano. Il secondo è usato principalmente per i bimbi che si muovono di più o che amano succhiarsi il pollice o il pugnetto per addormentarsi.

In questo caso le braccia non sono posizionate lungo i fianchi ma lasciate sollevate e le mani avvolte nelle pieghe del lenzuolo.

Per capire meglio le due tecniche, ecco un filmato che le mostra entrambe.

 

P.S. Comunque non fatevi imbrogliare dalle due tipe del filmato…loro stanno fasciando un vero stoccafisso!

 

Video preso da Parents.TV

Se Le tue doti di “impacchettatrice” di babyBurriti non sono proprio raffinatissime e preferiresti non farti partire un embolo ogni volta che ti appresti a fasciare il tuo bimbo, ti consiglio di dare un’occhiata a valide alternative:
Tutti si possono reperire su Amazon.

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Enrica Costa

Buona ascoltatrice, buona chiacchiera, buona forchetta...la cosa su cui ha qualcosa da dire è come fare la mamma italica in giro per il globo, mettendo a confronto la mentalità  italiana con quella di mamme provenienti da ogni parte del mondo: le mamme sono mamme a qualsiasi latitudine, cambiano solo le tecniche con cui affrontano le stesse problematiche. Il suo compito sarà  quello di presentarvi queste diverse strategie. Continua a leggere

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